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Descrizione:
Giacinto Dell'Olio nacque a Bisceglie il 27 gennaio 1890, primo di sette figli di
Matteo Dell'Olio, medico (fratello del Cardinale Donato Maria Dell'Olio) e di Maria
Pasquale.
Frequentò le classi elementari nella sua città; quelle ginnasiali a Lecce nel Collegio
Argento;
quelle liceali a Trani, mantenendo sempre il primato nel profitto scolastico.
Compì il corso di Giurisprudenza presso l'Università di Napoli, allievo apprezzato
dei più grandi maestri italiani del Diritto quali Carlo Padda, Francesco Pessina e
Francesco Saverio Nitti.
Conseguita brillantemente la laurea nel 1912, iniziò la pratica professionale a Trani
presso gli studi De Bartolo e Raimondi ed avviò la collaborazione - durata poi a
lungo - con le riviste giuridiche "II Foro delle Puglie" e "Giurisprudenza Italiana",
quest'ultima del grande Titta Madia.
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Negli stessi anni, appena ventenne, ricoprì la sua prima carica pubblica, venendo
eletto Consigliere al Comune di Bisceglie ed assumendo l'incarico di Assessore alla
Pubblica Istruzione.
Nel 1915 partì volontario per la guerra
(Giacinto Dell'Olio con suo fratello Michele)
(in divisa militare nel 1940)
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Entrato a far parte della gloriosa III Armata al comando del Duca D'Aosta, partecipò
a tutte le operazioni militari prima nel Carso e poi sul Piave, meritando, col grado di
Tenente, la medaglia di bronzo al V.M..
Questa esperienza della sua giovinezza lo segnò profondamente, lasciandogli indelebile il culto della Patria e dei suoi Caduti che poi, tante volte, nelle ricorrenze patriottiche, ricordò e celebrò, con la sua trascinante oratoria, ai piedi del monumento ad essi dedicato.
Della sezione di Bisceglie della "Associazione Nazionale Combattenti" fu Presidente
fino alla sua morte, nonché membro di quelle del "Nastro Azzurro" e degli "Ufficiali
in congedo".
Tornato a Bisceglie, nel 1919 riprese la pratica forense, aprendo uno studio legale
nella sua città e divenendo, particolarmente nella branca del Diritto Civile, uno dei
più stimati e richiesti avvocati dell'intera Puglia, noto tanto per il suo valore di
giurista quanto per quello della sua etica professionale ed umana.
In due riprese, la seconda delle quali dal 1950 al 1952, fu Presidente del Consiglio di
Amministrazione della Banca Popolare di Bisceglie che egli stesso con altri aveva
voluto e creato, soprattutto per l'uso e il vantaggio dei piccoli risparmiatori.
Così come, fin dall'inizio, aveva voluto e contribuito a concretizzarsi la grande opera
di Don Uva, del quale era amico personale e che poteva, in ogni momento, contare
sulla sua continua consulenza ed assistenza legale.
Dal 1939 al 1943 - nel periodo più delicato e difficile della vita nazionale - fu
Preside dell'Amministrazione Provinciale di Bari
e - dal 1942 al 1943 - Presidente
dell'Acquedotto Pugliese.
Cariche dalle quali, nel 1943, si dimise, né poi intese rientrare nella vita istituzionale
della nazione, pur venendone ripetutamente sollecitato da più parti politiche.
In ogni sua veste - di pubblico amministratore come di avvocato - peculiari alla sua
personalità furono il disinteresse per ogni vantaggio personale e il considerare il
proprio lavoro come un dovere e un impegno verso gli altri, soprattutto i più deboli e
bisognosi.
Morì quasi povero, pur potendo essere assai ricco!!
Insignito delle onorificenze di Commendatore e di Grand'Ufficiale della Corona
d'Italia, nonché di Cavaliere del Sovrano Militare Ordine di Malta; benvoluto da tutti
i suoi colleghi e molto amato dai più giovani - parecchi dei quali si erano formati alla
sua scuola - dal 8 febbraio 1949 tenne, per unanime delibera, la Presidenza del
Consiglio dell'Ordine degli Avvocati di Trani.
Giacinto Dell'Olio morì il 3 maggio 1952 in una clinica romana, lasciando la moglie
Marianna Frisali e i tre figli Maria, Matteo e Lucia.
All'annuncio della sua fine, l'Amministrazione Comunale proclamò il lutto cittadino
e tutti i partiti sospesero concordemente i loro comizi pur nel corso di un'accesa
campagna elettorale.
Il suo funerale si svolse con un'imponente partecipazione di popolo e fu seguito da
tutta la sua città, con la presenza del picchetto d'onore dell'Esercito e folte
rappresentanze di Magistrati, Avvocati, Docenti, scolaresche di ogni ordine e grado,
autorità militari, civili e religiose, cariche istituzionali di ogni colore politico, in
riconoscimento del suo altissimo valore di Uomo.
Aveva anche ricevuto la benedizione apostolica di Papa Pio XII in un telegramma a
firma del Sostituto Cardinale Montini, futuro Papa Paolo VI.
Alla famiglia rimangono di lui conferenze su svariati temi culturali o d'attualità che,
spesso, per le sue squisite doti di conferenziere, era invitato a tenere in varie città
della Puglia, delicati componimenti poetici, dipinti, caricature di amici e commilitoni: espressioni di una personalità vivace e poliedrica, formatasi sulle basi di una vasta cultura classica, continuamente aggiornata dal gusto di letture moderne e di uno spiccato amore per l'arte in ogni sua forma, dalla poesia alla musica, alla pittura, al teatro.
Bisceglie ne perpetua la memoria con una stele - dedicatagli dall'Associazione Combattenti - posta presso il Monumento ai Caduti e con un importante Scuola: l'Istituto Tecnico Commerciale a lui dedicato.
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