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IN DIFESA DEL PALAZZUOLO
Ins: 19/10/2009 - 09:38
Non si tratta di una difesa dello storico giornale locale che ormai ci guarda dall’alto della sua invidiabile autorevolezza, ma della difesa della Piazza Vittorio Emanuele II. Si tratta di un luogo storico che Bisceglie possiede da sempre. Un largo spiazzo che si estendeva subito a ridosso della città e rappresentava un grande polmone a cui guardavano i nostri avi racchiusi in uno scrigno bello, ma stretto e compresso. Noi possiamo vedere nelle antiche piante e poi nelle fotografie il sorgere dei palazzi che circondavano questo bellissimo luogo che si arricchiva nei decenni di arredi e strutture che ne hanno fatto un salotto. C’è qualche immagine che mostra una sorta di fiera e mercato dei cavalli in un Palazzuolo tanto illuminato dal sole e rarefatto di uomini e cose da sembrare irreale. Questa Piazza è luogo di incontro dei cittadini ormai da secoli e da a tutti una impressione di libertà non ostruita, se non in piccoli tratti, da ostacoli purtroppo posti a limitare lo sguardo verso un più lontano orizzonte. Ad oggi l’antica serie di palazzi di altezza moderata, signorili e gradevoli che tra il settecento e l’ottocento sono sorti a limitare la grande piazza, è rimasta, per fortuna, salva. Purtroppo sono stati modificati i luoghi ove il bellissimo palazzo che fu Tupputi è stato abbattuto per lasciare il posto ad uno di cui non vogliamo dire nulla ed il palazzo Silvestris ha lasciato il posto ad un altro palazzo di cui ugualmente non vogliamo fare commenti di alcun genere. Il vecchio piano regolatore che sta per perdere la sua vigenza è riuscito comunque a salvaguardare il possibile, ma adesso si approssimano nuovi pericoli. Il nuovo assetto urbanistico è alle porte. Noi dobbiamo far sentire la nostra voce in difesa dei palazzi che attualmente sussistono attorno al Palazzuolo ed impedire colpi di mano o meglio di mattone e cemento. Viene in mente un palazzo che sta alla confluenza tra il Palazzuolo e via Giovanni Bovio. Quel palazzo va salvaguardato e alcune crepe, a me che non sono un esperto, preoccupano. Noi non possiamo certo accettare che questo palazzo diventi un rudere che crolli e poi si possa riedificare. La cosa va prevenuta e certamente il nostro Sindaco e il nostro attento responsabile dell’ufficio tecnico comunale architetto Giacomo Losapio saranno vigili a valutare se quelle crepe vadano o meno risanate. Io penso che questo potrebbe essere sufficiente per favorire una scelta di restauro contro una possibile azione di abbattimento. Questa città è stata vittima di quanti l’hanno selvaggiamente assalita con il ferro ed il cemento, con il mattone e con l’arbitrio. La città è molto più brutta di quanto fosse un secolo fa e dobbiamo questo privilegio a quanti hanno disprezzato la bellezza, le leggi, il rispetto dei cittadini, il buon senso in nome del profitto arbitrario, della bruttezza, della maleducazione e delle cose che non sono proprie delle persone che amano la propria città. Adesso è venuto il momento di porre un deciso freno. Le città vicine che hanno salvato il bello ed il giusto non si sono imbruttite quanto noi ed oggi noi le invidiamo. È venuto il tempo di fermare quanti non vogliono fermarsi. Vogliamo una città meno brutta e non vogliamo che altre ferite le vengano inferte.
TOMMASO FONTANA
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Poteva andare molto peggio, il novanta % della piazza è rimasta quello di 100 anni fa. Certo non bisogna abassare la guardia e vigilare e un aiuto viene dal dottor Fontana. Grazie Carlo |
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