Individuati i parenti di Inès Valente
Ins: 31/01/2010 - 06:15
Cari amici,
Il 3 gennaio 2010 abbiamo fatto un appello a tutti perché volevamo trovare i parenti di una nostra amica argentina, Inès Valente, che era desiderosa di ritrovarli dopo oltre un secolo dalla partenza di suo nonno da Bisceglie.
Dobbiamo subito prendere atto che il nostro sito, ed intendo non il mio sito, ma quello che appartiene a tutti quelli che lo amano, è veramente una bellissima finestra sul mondo.
Un nostro amico, Maurizio Gramegna, ha fatto una ricerca accurata ed abbiamo scoperto i parenti della nostra Inès.
I cugini della nostra corrispondente in Argentina sono stati resi edotti di quanto era stato scoperto ed hanno preso contatto con Inès.
Speriamo di poter incontrare, quanto prima, la signora a Bisceglie perché ci ha espresso il desiderio di rivedere questa terra dopo ben tre generazioni.
Noi siamo emozionati da tanto affetto, impegno, disponibilità e solidarietà.
Un ringraziamento va a “Il biscegliese”, “Bisceglielive” ed all’amico Luca de Ceglia della “Gazzetta del Mezzogiorno”. Hanno tutti preso a cuore questa storia.
Con grande piacere condividiamo con tutti voi un cenno della storia della vita della signora Inès che con molto entusiasmo ci ha inviato:
“sono Inés Valente, ho 72 anni e sono figlia di immigrati provenienti da Bisceglie.
Mio padre, Tomás Valente, è arrivato qui con sua madre, Nunzia Mastrogiacomo mentre suo padre era già qui per lavoro. A quei tempi l'uomo della famiglia partiva per primo per vedere il posto e sistemarsi il lavoro e solo dopo partiva il resto della famiglia. Mio padre era un bambino, circa 7 anni, quando tutta la sua famiglia si è spostata in Argentina.
Una volta, mio nonno Giulio Valente, che era un pescatore e che non ho mai incontrato, è stato travolto da una tempesta in mare. Lui e i suoi compagni pensavano che non sarebbero sopravvissuti e quando sono tornati in porto erano tremendamente spaventati. Dopo quell’episodio, mio nonno, decise di lavorare per la costruzione del porto, ma un giorno, all'età di circa 63, mentre stava dipingendo delle pareti molto alte, cadde dall’impalcatura morendo sul colpo. Mio padre, che a quel tempo aveva 24 anni ed inoltre aveva spostato da poco mia madre Rosa Botta dalla quale aspettava un bambino (in seguito nato morto), essendo il figlio più grande si trovò ad avere la responsabilità non solo della propria famiglia ma anche della madre, del fratello e della sorella.
Mio padre iniziò a lavorare all'età di circa 9 anni. Era solo il ragazzo che portava la borsa dei ferri da lavoro al capo elettricista ma poi col passare degli anni è diventato lui il capo elettricista della illuminazione esterna della Rambla. Ha lavorato lì per 50 anni, quasi tutta la sua vita, e dopo che è andato in pensione lo hanno richiamato per continuare a lavorare come funzionario. In quella occasione organizzarono una festa in suo onore con moltissima gente, c’erano anche dei giornalisti che riprendevano i momenti salienti che furono poi messi in onda in TV. Dopo qualche anno all’età di 63 anni morì per tumore.
Mia madre, Rosa Botta figlia di Nicola Botta e Giulia Papagni, rimase orfana di madre alla tenera età di 3 anni e raggiunse suo padre in argentina all’età di 12 anni dopo aver vissuto per un po di tempo a Trieste da sua sorella. Mia madre è morta 5 anni fa all’età di 94 anni.
I miei genitori mi hanno insegnato l'amore per la musica, la lettura, la pittura e tutte quelle cose che rendono la vita degna di essere vissuta. Io sono stata impegnata nell’insegnamento della lingua inglese per circa 45 anni. Sono divorziata e continuo ad insegnare perché ho sempre amato questo lavoro.
Mi sarebbe piaciuto moltissimo avere dei figli, ma ...... chi lo sa? Forse era destino.
Io sono solo una donna di 72 che sta ancora combattendo per sopravvivere in questo mondo crudele in cui c’è comunque ancora un sacco di brava gente.
Saluti Inès Valente”.
Affettuosi saluti.
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