Analogie della Villa Fiori con il Gran Palazzo del Principe di Tarsia
Ins: 08/03/2012 - 11:05
"In questo terzo appuntamento, Puglia Scoperta punta i riflettori su un’incisione del Seson su disegno del Vaccaro, relativa al Gran Palazzo del Principe di Tarsia.
Ricordiamo alcune informazioni rese note dagli studi della ricercatrice biscegliese, dr.ssa Isabella di Liddo, che ha prodotto un intero capitolo intitolato "Il Sistema delle residenze Fiori a Bisceglie", del testo: "Il Sistema delle Residenze Nobiliari nell'Italia Meridionale". Il Nostro Palazzo Fiore è presumibilmente opera del Vaccaro, importante architetto del '700, che la letteratura vuole fosse presente in Puglia proprio nel periodo della data di edificazione del casino (1734-1751).
Il Vaccaro, progettando villa Fiori, si sarebbe ispirato ad un suo stesso progetto (il Gran Palazzo del Principe di Tarsia appunto) reso famoso grazie ad una incisione del Seson del 1737. Non è un caso, dunque, che essa presenti numerosissimi dettagli ed analogie anche con questo Palazzo napoletano.
La costruzione del palazzo Spinelli di Tarsia si trova a Napoli e cominciò circa nel 1730, quando Ferdinando Vincenzo Spinelli, principe di Tarsia, decise di affidare all’architetto Domenico Antonio Vaccaro il rifacimento di una struttura preesistente per realizzare una dimora di dimensioni principesche, una delle massime espressioni del rococò napoletano. Nella struttura si nota un fastoso ingresso che dà accesso a due scenografiche rampe a tenaglia per le carrozze con al centro una scalinata, dopo le quali ci si trovava davanti al primo corpo di fabbrica, che racchiude tre archi a sesto ribassato. Da questo si passa all'ampio cortile rettangolare, dove prospetta il maestoso palazzo elevato, a due piani con pianterreno e ampio terrazzo maiolicato, decorato da statue di marmo. Il Vaccaro non portò mai a termine la realizzazione dell’opera. Nei secoli successivi, il palazzo rimase sempre proprietà della famiglia dei principi di Tarsia fino al 1840, quando parte del vasto giardino antistante l’ingresso fu utilizzato per costruirvi un nuovo mercato. Il resto del palazzo, invece, venne frazionato e ceduto a più proprietari per permetterne l’utilizzo come condominio.
Una realtà che si ripete, anche a centinaia di chilometri di distanza, quella dell’utilizzo di Palazzi che potremmo definire monumentali per fini civili. Il che è del tutto corretto nonché auspicabile: un’opera è e rimarrà viva qualora valorizzata in ogni suo aspetto a partire da quello funzionale.
Il nostro augurio è che Villa Fiori possa avere non solo una sorte migliore rispetto a quella attuale di Palazzo Spinelli a Napoli, ma che possa esser visibile a tutti.
Affinché le nobili origini di Villa Fiori, assieme a tanti altri aspetti della Città di Bisceglie, possano costituire il valore aggiunto del nostro territorio." |